L'ossame dei monti
La poesia è stata scritta da Valerio Magrelli e descrive l'interno e l'esterno di una montagna, paragonando quest'ultimo al sistema scheletrico umano. Invece l'interno ad una molle indistinta.
Nel testo sono presenti due parti, la differenza tra le due è che nella prima parte il poeta usa termini per esprimere un oggetto compatto, invece nella seconda usa nomi ad esempio il miele per rappresentare una sensazione di morbidezza.
Per dividere queste due parti il poeta usa la congiunzione avversativa "ma", la quale può essere trovata al v. 6.
Inoltre nella seconda parte della poesia il poeta costituisce le frasi da un soggetto, un predicato ed un insieme di aggettivi per evidenziare le sue caratteristiche, usando anche tante figure retoriche, come ad esempio gli enjambements presenti ai vv. 8-9 ed 9-10.
Una delle figure retoriche più abbondanti nel testo sono le sinalefi, presenti nei v. 3,4,5,7,8,13, i quali sono usati per unire la vocale finale di una parola e quella iniziale di quella successiva, probabilmente usata per cambiare il numero delle sillabe dei diversi versi. Nel v. 7 le sillabe sono undici, ma visto che l'ultima parola è tronca se ne aggiunge una. Invece se l'ultima parola fosse sdrucciola le sillabe sarebbero diminuite di una. Infatti i versi sono costituiti da diversi numeri di sillabe, alcuni sono dodecasillabi (v. 7), altri endecasillabi (v. 12), decasillabi (v. 13) , settenari (v. 14) , ed infine senari al v. 15, dove c'è un insieme di parole con suono simile che rendono il significato di morbidezza e di una cosa molle.

Buona analisi del testo. Alcuen correzioni: "quest'ultimo=quest'ultima" ("montagna"); uso della virgola prima di "invece"; "mole" al posto di "molle"; "v. 3,4,5,7,8,13" stacca la virgola con uno spazio. Voto: 7.
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